Psicologia

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A cura della Dottoressa Florence Didier
Psicologa, Psicoterapeuta, Specialista in tecniche di rilassamento

Le conseguenze psicologiche, emotive e fisiche della malattia

E’ indubbio che una diagnosi di tumore colpisce profondamente la donna nella sua identità femminile. Gli interventi chirurgici e i trattamenti legati alla malattia hanno ancora oggi un impatto negativo sulla qualità della vita e non di meno a livello psicologico ed emotivo, costringendo la donna a vivere esperienze insolite.

Una preparazione e un sostegno adeguato per affrontare i vari cambiamenti sono senz’altro utili e possono aiutare la paziente a sentirsi meno sola.

Reazioni che indicano tensione e disagio psicologico sono del tutto prevedibili e assolutamente normali. Sentimenti di tristezza, di rabbia, di sconforto, momenti di crisi e di ansia, paura o, in alcuni casi, senso di panico possono comparire e sfuggire al controllo.

A volte ci si può sentire sopraffatte dagli eventi, “frastornate”, “stordite”, confuse, scoraggiate, irrequiete, demoralizzate, si ha voglia di piangere…

Un aiuto concreto: gli incontri con altre donne

L’incontro con altre donne per condividere le proprie esperienze, i propri vissuti ed emozioni può dare l’accettazione e il sostegno che derivano dallo stare insieme, con altre persone che affrontano gli stessi problemi, favorisce il senso di solidarietà, contrasta la sensazione di solitudine e l’isolamento.

Il gruppo offre un contesto dove poter parlare della propria esperienza e comprendere meglio i propri sentimenti, le proprie emozioni legate alla malattia e all’impatto con i trattamenti. Rappresenta un momento importante per rivisitare i propri comportamenti e, se necessario, per apprendere strategie e atteggiamenti nuovi, utilizzati con successo dagli altri per fronteggiare lo stress, per recuperare la sensazione di fare qualcosa di attivo e positivo nei confronti della malattia e delle cure.

Per vivere meglio il presente

• Tutti vorremmo vivere bene. La malattia toglie le energie e rischia fortemente di demotivare la persona. Ora, più di prima, c’è bisogno di impegnare al meglio le energie per affrontare questa realtà. Pur essendo difficile, a volte faticoso, è importante continuare a valorizzare la vita, il significato del vivere, il modo oltre che il tempo del vivere. Vivere bene è già vivere di più.

• Immergersi nella vita aiuta piano piano a distaccarsi dalla paura.

• Evitare di mettere la malattia al centro della propria vita aiuta a ritrovare il contatto con la realtà quotidiana.

• Partecipare alle sedute organizzate dall’Associazione LA FORZA E IL SORRISO, incontrare altre donne in questo contesto specifico significa regalarsi un momento di piacere e di distensione, di tranquillità e di leggerezza, in un’atmosfera serena e cordiale.

• Incontrare altre donne che affrontano una malattia tumorale e i suoi trattamenti aiuta ad uscire dalla solitudine, dallo smarrimento.

• Sentire la tensione, l’ansia, la depressione è normale. Ma quando questi stati d’animo interferiscono sulle nostre capacità di giudizio o influiscono pesantemente sul nostro modo di vivere, allora è importante riconoscere che abbiamo bisogno di un aiuto.

• Saper chiedere un consiglio a uno psicologo per capire meglio le proprie reazioni non è sempre facile. Tuttavia sappiamo che il malessere psicologico è un disagio che necessita delle stesse cure e della stessa attenzione di un malessere fisico.

• Aspettare che “passi da solo” o contare solo sulle proprie forze prolunga una situazione di sofferenza che, invece, andrebbe affrontata.

• Pensare di “potercela fare da sola” crea alla lunga ancora più tensione fisica ed emotiva: nessuno deve imporsi di dimostrare di essere sempre bravo, all’altezza della situazione. Erroneamente si pensa che chiedere un aiuto sia segno di “debolezza”.

• Le cosiddette debolezze non vanno negate né combattute: vanno riconosciute per superarle.

Ascoltare i nostri desideri e occuparci di noi stessi in modo sano non è egoismo. E’ una risposta leale ai nostri bisogni, che ci predispone a comprendere meglio i bisogni degli altri (Ada Burrone, Fondatrice dell’Associazione Attivecomeprima. Dal Suo libro “M’amo non m’amo” – Ristampa 2004 a cura di Attivecomeprima ONLUS, Milano).

Regala a te stessa un momento fuori dalla realtà quotidiana in cui tu possa sentirti libera…

Libera dai doveri, dagli impegni familiari, dagli impegni professionali…

Regala a te stessa un momento dove puoi osare di più…

Regalati un momento di leggerezza e di distensione.

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